Umiltà e fermezza sono gli atteggiamenti predominanti nel Vangelo di Marco di questa seconda domenica di Avvento. Il Battista, protagonista assoluto del brano, è fermo e impositivo nel gridare all’uomo di convertirsi, di cambiare rotta, ma umile nel riconoscere in Cristo colui che è il più “forte”.
Sembra fuori luogo con i suoi vestiti laceri, con il sostentamento misero, venuto dal deserto, un ambiente arido e pericoloso che può temprare e riempire dell’ Assoluto, ma anche impaurire e depauperare a causa della solitudine. La forza della sua fede gli dona l’ autorevolezza di predicare ed esigere il cambiamento. Il suo battesimo con l’ acqua è lo strumento per raggiungere la meta della conversione, ma solo quello operato da Cristo con Spirito Santo e fuoco donerà purificazione e salvezza.
Guardiamo agli ambienti della nostra vita, i luoghi dove impegniamo il nostro tempo ed esercitiamo le nostre responsabilità e svolgiamo i nostri impegni.
E’ lì che possiamo trovare il momento della nostra conversione; è lì che possiamo e dobbiamo  far fiorire la PACE. Quanti deserti e quanta aridità attorno a noi!

Ad  ogni passo del nostro vivere il tempo di preparazione al Natale, corrisponda la gioia della conversione, lasciando che germogli in noi ciò che di più vero e bello il nostro cuore è capace di scegliere e compiere, per noi stessi e per gli altri. Questa seconda settimana sia spazio del cuore anche per guardarci dentro, riprendendo in mano la vita, fare una verifica, in vista anche della Santa Confessione.
Vieni, Signore, principe della Pace! Riempici del tuo amore, per sconfiggere i “deserti” che ci circondano e fa rinascere gli ambienti della vita!