PARROCCHIA DI SANTA CECILIA
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PARROCCHIA DI SANTA CECILIA

Organismi parrocchiali

« Agli Organismi di comunione chiederei il coraggio di trasformare e orientare tutte le azioni e le scelte delle parrocchie in prospettiva missionaria. Il nostro tempo ci domanda, infatti, questa opzione di fondo che va attivata anche con un complessivo cambio di mentalità e l’opportuna formazione. Non possiamo più arrivare a fare e occuparci di tutto, c’è necessità di essenzializzare e di dare profondità alle nostre proposte, anche per non rischiare di essere scontati e banali. Nell’introduzione delle tracce di cammino, Il seminatore … ho scritto che la domanda più vera che possiamo farci oggi è: “Come il Signore ci sogna?”, quasi ad andare al cuore del nostro essere credenti. Poi agli Organismi spetta anche il tessere la rete paziente della concordia: valorizzando ogni gruppo e realtà parrocchiale, indicando obiettivi comuni, disinnescando possibili rotture e divisioni. Vorrei chiedere però anche agli operatori pastorali, soprattutto delle dimensioni fondamentali della vita cristiana, quindi di annuncio, liturgia e carità, lo stesso slancio coraggioso e concorde. Vorrei chiedervi di non pensarvi e agire per settori quasi autonomi e staccati l’uno dall’altro ma di intrecciare sempre più il vostro servizio. Ogni proposta pastorale, infatti, va nella prospettiva di fare esperienza e di entrare in relazione piena con l’unico Cristo: celebrato nella preghiera e nei sacramenti; testimoniato nella cura e nell’attenzione verso gli altri; annunciato, nei molti modi in cui si può far risuonare la Parola di vita. Ci vuole anche il coraggio di dare profondità all’annuncio declinandolo non solo come catechesi e istruzione ma nelle tonalità più ampie di accompagnare le soglie e passaggi decisivi dell’esistenza: il fidanzamento, il generare figli, il lavoro, l’educazione, la fragilità e la sofferenza, la socialità e l’impegno di cittadinanza. Ugualmente per la liturgia da intendere non solo come Messa, ma anche nel dare rilievo a tanti altri momenti celebrativi e di preghiera: l’ascolto della Parola, la preghiera dei salmi, le tradizioni e modalità semplici e popolari, le esequie. Così pure, la carità va ripresa non solo come gesti di solidarietà verso i poveri delegati ai volontari della Caritas, ma come lo stile che connota il nostro stare insieme, da cui scaturisce anche la vicinanza globale alle fragilità del nostro territorio, che spesso non sono solo quelle economiche».

da una lettera del Vescovo Claudio

Introduzione

Ci sembra passato un secolo da quando cinque anni fa, nelle nostre parrocchie, partiva il cammino verso il rinnovo degli Organismi. Cinque anni non sono pochi nel nostro contesto sociale veloce e dinamico e il tempo che stiamo vivendo ci chiede una conversione personale; un ripensare lo stile dell’essere comunità parrocchiale; un rivedere anche le “strutture” pastorali. Per questo motivo gli elementi cardine dello Statuto, quelli a cui ci affidiamo nei foglietti, nelle omelie, negli incontri parrocchiali quandoandiamo a presentare il percorso dei rinnovi degli Organismi di co- munione, oggi hanno necessità di alcune sottolineature, di uno sfondonuovo in cui collocarsi. La prima parola è un grazie ai Consigli uscenti: in questi cinque anni è avvenuta una semina ampia e abbondante. A volte, anche attraverso la fatica, le incomprensioni, le insoddisfazioni, le “lacrime” è arrivato un raccolto sovrabbondante, fatto di un bene che circola tra noi e di tante perle preziose. Ci sentiamo anche noi descritti dal Salmo 125 e il raccolto, come sempre traboccante, porta questi nomi: Vangelo che avanza dentro di noi, percorsi di sinodalità, esperienza di Chiesa, servizio umile alla nostra gente. Alcuni sguardi sull’oggi del rinnovo degli Organismi di comunione, sia parrocchiali che vicariali. Vorremmo che il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) e il Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica (CPGE) avessero a cuore la qualità delle relazioni e della vita fraterna.L’annuncio evangelico oggi ha bisogno di questo contesto caldo e ca- loroso in cui ci prendiamo cura gli uni degli altri. È, per tanti versi,una questione legata all’esserci, all’esercitarci nell’arte più difficile che c’è: la fraternità. I fratelli nella vita ce li ritroviamo accanto senza sceglierli, ma poi possiamo eleggerli come compagni essenziali della vita. Per ritrovarci “mai senza l’altro”.Vorremmo che i Consigli diventassero competenti nel trovare la sog- gettività, l’originalità e la creatività di ogni parrocchia; capaci di pro- gettazione pastorale, non per ingabbiarci in schemi e programmi rigi- di, ma per individuare bene i pochi obiettivi che una parrocchia puòserenamente perseguire.Vorremmo che si approfondisse e utilizzasse di più il metodo del di- scernimento comunitario. Nella sequela fedele a Gesù e alla luce del- la sua Parola, accompagnati dalla Chiesa, è davvero possibile leggerele esigenze della comunità e le domande spesso silenziose e inespres- se del territorio, in cui cerchiamo di essere buoni servitori.Vorremmo leggere i cambiamenti che stanno avvenendo senza no- stalgia, senza pensarci la Chiesa di qualche decennio fa e muoven- doci con le stesse categorie, ora non ripetibili. Abbiamo bisogno dicostruire le parrocchie e di annunciare il Vangelo in questo tempo che ci sfida molto e ci invita a essere maggiormente generativi, liberi e gratuiti. Siamo in una fase di transizione, avviati a una nuova stagione dell’essere Chiesa. Senza rimpianti e lamenti, uniamo i nostri passi con pazienza e generosità, puntando decisamente verso la terra che il Signore prepara per noi.Infine un grazie a tutti coloro che saranno indicati dalle proprie co- munità e poi scelti per questo “esercizio” del consigliare. Consigliareappartiene a una tradizione spirituale che, in ultima istanza, va fatta risalire allo Spirito Santo, Spirito di consiglio. Il dono del consiglio ci offre la capacità di osare con slancio e ponderatezza. Ci permette di cercare e di rinvenire la volontà di Dio qui e ora e di comprendere la sublimità della nostra chiamata. Ci dona di essere il poco lievito che fa crescere la bellezza dell’umano nel mondo. A tutte le parrocchie e i vicariati: buon “esercizio di fraternità”.

don Leopoldo Voltan
Vicario per la Pastorale
Stefano Bertin
Vicepresidente CPD

“Organismi di comunione 2018-2023”