Condividete con mitezza la speranza (cfr 1Pt 3,15-16)

Cari giornalisti e comunicatori,…, con questo mio Messaggio invitarvi ad essere comunicatori di speranza
Disarmare la comunicazione
Troppo spesso la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore,
fanatismo e addirittura odio; essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a
eccitare gli animi, a provocare, a ferire.
Dare ragione con mitezza della speranza
La speranza dei cristiani ha un volto, il volto del Signore risorto. La sua promessa di essere sempre con noi attraverso il dono dello Spirito Santo ci permette di sperare anche contro ogni speranza e di vedere le briciole di bene nascoste.
La comunicazione dei cristiani dovrebbe essere intessuta di mitezza, di prossimità: lo stile dei compagni di strada, seguendo il più grande Comunicatore di tutti i tempi, Gesù di Nazaret, che lungo la strada dialogava con i due discepoli di Emmaus facendo ardere il loro cuore per come interpretava gli avvenimenti alla luce delle Scritture. Sogno per questo una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle, per riaccendere in loro la speranza in un tempo così travagliato. Una comunicazione che sia capace di parlare al cuore, di suscitare non reazioni passionali di chiusura e rabbia, ma atteggiamenti di apertura e amicizia; capace di puntare sulla bellezza e sulla speranza anche
nelle situazioni apparentemente più disperate; di generare impegno, empatia, interesse per gli altri. Una comunicazione che ci aiuti a «riconoscere la dignità di ogni essere umano e [a] prenderci cura insieme della nostra casa comune». Sogno una comunicazione che non venda illusioni o paure, ma sia in grado di dare ragioni per sperare.
(Roma, 24 gennaio 2025 Papa Francesco)