ORGANISMI PARROCCHIALI

La sinodalità indica lo specifico modus vivendi e operandi della Chiesa, popolo di Dio che si manifesta e realizza in modo concreto il suo essere in comunione nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice. (La preparazione al Sinodo diocesano, maggio 2021).

Carissimi, la pace sia con voi!

Il 17 dicembre ultimo scorso sono terminati i lavori dell’Assemblea sinodale e il prossimo 25 febbraio si concluderà il Sinodo diocesano, svoltosi nelle sue varie fasi a partire da maggio 2021, con una solenne celebrazione nella chiesa dell’OPSA: in quell’occasione consegnerò alla Diocesi alcune linee orientative che sto elaborando, rileggendo quanto proposto dall’Assemblea sinodale.

È questo il tempo della riflessione e della definizione di scelte importanti che condividerò recandomi nei prossimi mesi in otto diverse zone della Diocesi: sin d’ora invito voi membri dei Consigli uscenti, a partecipare ad uno di questi appuntamenti, insieme ai facilitatori e ai moderatori del Sinodo e agli operatori pastorali che quotidianamente edificano la comunità cristiana. Sarete voi infatti a comunicare queste linee orientative ai nuovi Consigli che ora ci apprestiamo a rinnovare. Non possiamo dimenticare infatti che sono proprio i Consigli Pastorali Parrocchiali e i Consigli Parrocchiali per la Gestione Economica i “luoghi” nei quali trova piena attuazione la sinodalità, quale stile proprio della prassi ecclesiale, e tratto caratterizzante dell’azione pastorale delle nostre parrocchie, come bene ci ricordano anche il Sinodo della Chiesa universale e il Cammino sinodale della Chiesa italiana.

Desidero dunque anzitutto ringraziare voi consiglieri uscenti che, in questi anni non facili, avete accompagnato le nostre parrocchie, vivendo talvolta la difficoltà dell’incertezza e dello smarrimento di fronte a quanto abbiamo vissuto e, dando prova di grande disponibilità, avete risposto alla mia richiesta di un anno di proroga in vista della conclusione del Sinodo.

È evidente che stiamo attraversando un periodo di grandi cambiamenti e di profonde trasformazioni nella società e anche nella Chiesa. Nutro la speranza che le scelte che andremo a compiere ci aiuteranno ad anticipare le sfide e ad affrontarle con maggiore serenità. Sono convinto che le decisioni importanti vadano preparate, tenendo conto della storia che ha caratterizzato la nostra Diocesi e il cammino da essa compiuto specialmente in questi ultimi decenni, e che vadano attuate con gradualità, senza strappi ma creando condivisione in vista della meta verso la quale ci stiamo orientando. Per tali ragioni, ho deciso, condividendolo anche con la Presidenza del Consiglio Pastorale Diocesano, che in questo primo periodo procederemo al rinnovo solamente degli Organismi di comunione parrocchiali, rinviando la determinazione degli altri livelli di coordinamento ad un momento successivo alla riflessione sulle collaborazioni pastorali tra parrocchie vicine.

Rispetto alle tornate precedenti, il tempo per i rinnovi sarà più breve e, proprio per questo, chiedo agli Organismi uscenti di attivarsi immediatamente per preparare con cura le fasi che porteranno al passaggio del testimone ai nuovi.

Con l’auspicio di facilitare il vostro lavoro e di favorire un buon cammino elettivo, vi consegno pertanto le indicazioni contenute nelle pagine seguenti, che vi chiedo di accogliere, così da garantire una piena comunione fra le tutte le parrocchie che compongono la nostra Chiesa diocesana. Chiedo anche che questo momento così importante per ogni parrocchia, sia preparato dalla preghiera di tutti, specialmente nel corso dell’Eucaristia domenicale: il Signore Gesù ci accompagna con il suo Spirito anche in questo tratto di strada, anzi ci precede e ci indica la via.

Padova, 23 gennaio 2024 – Vescovo Claudio

iNTRODUZIONE

Ci sembra passato un secolo da quando cinque anni fa, nelle nostre parrocchie, partiva il cammino verso il rinnovo degli Organismi. Cinque anni non sono pochi nel nostro contesto sociale veloce e dinamico e il tempo che stiamo vivendo ci chiede una conversione personale; un ripensare lo stile dell’essere comunità parrocchiale; un rivedere anche le “strutture” pastorali. Per questo motivo gli elementi cardine dello Statuto, quelli a cui ci affidiamo nei foglietti, nelle omelie, negli incontri parrocchiali quando andiamo a presentare il percorso dei rinnovi degli Organismi di comunione, oggi hanno necessità di alcune sottolineature, di uno sfondo nuovo in cui collocarsi.

La prima parola è un grazie ai Consigli uscenti: in questi cinque anni è avvenuta una semina ampia e abbondante. A volte, anche attraverso la fatica, le incomprensioni, le insoddisfazioni, le “lacrime” è arrivato un raccolto sovrabbondante, fatto di un bene che circola tra noi e di tante perle preziose. Ci sentiamo anche noi descritti dal Salmo 125 e il raccolto, come sempre traboccante, porta questi nomi: Vangelo che avanza dentro di noi, percorsi di sinodalità, esperienza di Chiesa, servizio umile alla nostra gente.

Alcuni sguardi sull’oggi del rinnovo degli Organismi di comunione, sia parrocchiali che vicariali. Vorremmo che il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) e il Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica (CPGE) avessero a cuore la qualità delle relazioni e della vita fraterna.

L’annuncio evangelico oggi ha bisogno di questo contesto caldo e caloroso in cui ci prendiamo cura gli uni degli altri. È, per tanti versi, una questione legata all’esserci, all’esercitarci nell’arte più difficile che c’è: la fraternità. I fratelli nella vita ce li ritroviamo accanto senza sceglierli, ma poi possiamo eleggerli come compagni essenziali della vita. Per ritrovarci “mai senza l’altro”.

Vorremmo che i Consigli diventassero competenti nel trovare la soggettività, l’originalità e la creatività di ogni parrocchia; capaci di progettazione pastorale, non per ingabbiarci in schemi e programmi rigidi, ma per individuare bene i pochi obiettivi che una parrocchia può serenamente perseguire.

Vorremmo che si approfondisse e utilizzasse di più il metodo del discernimento comunitario. Nella sequela fedele a Gesù e alla luce della sua Parola, accompagnati dalla Chiesa, è davvero possibile leggere le esigenze della comunità e le domande spesso silenziose e inespresse del territorio, in cui cerchiamo di essere buoni servitori.

Vorremmo leggere i cambiamenti che stanno avvenendo senza nostalgia, senza pensarci la Chiesa di qualche decennio fa e muovendoci con le stesse categorie, ora non ripetibili. Abbiamo bisogno di costruire le parrocchie e di annunciare il Vangelo in questo tempo che ci sfida molto e ci invita a essere maggiormente generativi, liberi e gratuiti. Siamo in una fase di transizione, avviati a una nuova stagione dell’essere Chiesa. Senza rimpianti e lamenti, uniamo i nostri passi con pazienza e generosità, puntando decisamente verso la terra che il Signore prepara per noi.

Infine un grazie a tutti coloro che saranno indicati dalle proprie comunità e poi scelti per questo “esercizio” del consigliare. Consigliare appartiene a una tradizione spirituale che, in ultima istanza, va fatta risalire allo Spirito Santo, Spirito di consiglio. Il dono del consiglio ci offre la capacità di osare con slancio e ponderatezza. Ci permette di cercare e di rinvenire la volontà di Dio qui e ora e di comprendere la sublimità della nostra chiamata. Ci dona di essere il poco lievito che fa crescere la bellezza dell’umano nel mondo. A tutte le parrocchie e i vicariati: buon “esercizio di fraternità”.

don Leopoldo Voltan
Vicario per la Pastorale
Stefano Bertin
Vicepresidente CPD

“Organismi di comunione
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